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An-Icon

Iconologia di una pubblicazione accademica

Il Dipartimento di Filosofia “Piero Martinetti” dell’Università degli Studi di Milano diretto dal prof. Andrea Pinotti e vincitore del prestigioso ERC (European Research Council) Advanced Grant ci ha chiesto di sviluppare l’immagine coordinata del progetto “An-Iconology: History, Theory, and Practices of Environmental Images” dedicato ad una riflessione transdisciplinare attorno ad alcune delle tematiche più rilevanti dell’estetica e della cultura visuale contemporanee tra cui, specificamente, la questione della virtualità. Il progetto ha come output principale la pubblicazione di una rivista scientifica con cadenza semestrale e si articola su due siti: uno dedicato alla rivista – dalla consultazione alla gestione delle submission e delle call for papers – e l’altro con funzione di portale per promuovere e raccontare le moltissime attività che gravitano attorno al progetto.

LAYOUT #1: SILVIA TANASINI
LAYOUT #2: TOMMASO CHIEPPA

Ogni progetto accademico si basa su concetti quali accessibilità, approfondimento, condivisione. Il processo di ricerca, creazione e distribuzione di un paper scientifico – che garantisce la qualità delle pubblicazioni tramite peer review – l’impatto delle nuove tecnologie sulle dinamiche sociali e la sua struttura “incrementale” (per cui ogni nuovo paper scientifico può essere utilizzato come punto di partenza per la creazione di nuovi elaborati) ci ha fatto pensare, per analogia, a quello della blockchain: un registro decentralizzato, condiviso e immutabile, le cui voci sono raggruppate in “blocchi” concatenati in ordine cronologico. Un processo che crea una struttura accessibile pubblicamente, la cui validazione avviene tramite un pool di utenti qualificati e la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia. Abbiamo quindi provato a tradurre questo modello in elementi grafici utili alla costruzione dell’identità.

Partendo dal logo fornitoci dal cliente abbiamo sviluppato un immaginario visivo pulito, rigoroso, che rimanda ai processi di automazione digitale. Il pixel, elemento visivo più piccolo dell’era digitale, viene ingrandito diventando blocco contenitore o, all’occorrenza, modulo per la creazione delle tipografie usate nelle titolazioni. Il raggruppamento in blocchi di testi, immagini e didascalie – sfalsati sui piani verticale e orizzontale – distribuisce gli elementi in un layout a griglia apparentemente libera, che accorpa tra loro contenuti di diversa natura (immagini, testi, titoli) con una gerarchia che resta evidente grazie alle differenze tipografiche di corpi e stili: l’obiettivo è lasciare spazio espressivo alle immagini mantenendo una buona fruizione dei contenuti testuali. Il risultato è un’immagine caratterizzata da alti contrasti e dal sapore brutalista ma fortemente riconoscibile e comprensibile.

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